Nella mostra Tempo inedito, Marco Angelini affronta diverse fasi di ricerca che spesso porta avanti contemporaneamente: arte e natura, tempo e memoria
ROMA – “Tempo inedito” è il titolo della mostra personale di Marco Angelini a cura di Roberta Melasecca, che l’11 maggio dalle ore 16.00 prende il via presso la Galleria Fidia (via A. Brunetti 49) dove sarà esposta fino al 29 maggio 2021.
Marco Angelini presenta un corpus di opere realizzate tra il 2015 e il 2019, molte delle quali mai mostrate al pubblico italiano. L’artista vive e lavora tra Roma e Varsavia e ha un percorso artistico ricco di viaggi e brevi vissuti all’estero. Sociologo di formazione, ha conseguito un master in psicologia del lavoro ed è artista nella vita.
L’arte di Marco Angelini
La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia. A volte i materiali diventano la superficie pittorica sostituendosi alla tela, altre volte sono materiali di riciclo (carta, cellophane, chiodi, viti, nastri di registrazione, pellicole fotografiche) che diventano parte dell’opera. Affronta diverse fasi di ricerca che spesso porta avanti contemporaneamente: arte e natura, tempo e memoria, dialogo interreligioso e dimensione del “sacro”, arte e scienza. Esprime differenti interpretazioni anche su temi ambientali.
La mostra
“Marco Angelini struttura – scrive nel testo critico la curatrice Roberta Melasecca – un sistema di passaggi e paesaggi identitari che si risolvono in materie e sembianze attraverso un linguaggio che persegue un apparente ordine interiore. Sono paesaggi che contengono paesaggi, che si palesano mano a mano che li si percorre e si fanno animatamente processi determinati dal tempo e dal movimento, in una condizione di trasformazione incessante […].
“Nella serie di opere del ciclo Socks, con un procedimento di significazione e di costruzione di mappe di tempi e memorie, l’artista esplora la leggerezza ludica di oggetti, colori e segni attraverso fotogrammi di stralci di ricordi: il gadget “calzino” della compagnia aerea diventa, così, attivatore di paesaggi mnemonici, spontanei ed imprevedibili, che fondono le stanze assenti della nostra infanzia con le presenze impregnate del presente. […].” (dal testo critico di R. Melasecca)
Immagine d’apertura: particolare dell’opera di Marco Angelini, Senza Titolo, 2017, tecnica mista su tela
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