Cinema

The Shape of water, vincitore al Festival del Cinema di Venezia

The shape water

Quest’anno vincitore del Festival del Cinema di Venezia è stato The Shape of water di Guillermo del Toro. Ve ne parliamo in questo articolo 

 


di J.L.D


VENEZIA – “Il cadavere di una giovane bellissima ragazza giace sul plumbeo tavolo d’acciaio della morgue. Il medico legale ha appena finito di aprire la cassa toracica con il solito taglio a Y, dopo una serie di manovre, infila la mano dentro e ad un tratto esclama: ”Credo di non poterla trovare”. Una assistente dallo sguardo indifferente chiede:” Che cosa?”. Il medico con sorriso sardonico sulle labbra risponde: “l’anima, mia cara, l’anima!”. 

Poche righe per mostrare come si possa intrattenere un lettore o un eventuale spettatore. La parola intrattenimento nell’industria cinematografica, nel corso del tempo ha assunto una connotazione completamente contraria a quella che era in passato.
Il cinema è entrato nel circolo vizioso del marketing e comunicazione, con un pubblico sempre più distratto dai new media.

Nell’intrattenimento, in letteratura come al cinema, c’è un misto di ricerca visiva e soprattutto senso della narrazione, storia, avventura. Se si fonde con il mondo interiore di un autore che ha una sua poetica, allora sicuramente abbiamo un film che potrebbe vincere una mostra d’arte cinematografica. Il film vincitore di quest’anno al Festival del Cinema di Venezia, The Shape of water di Guillermo del Toro, – a mio parere – è un normale film hollywoodiano come tanti, al di là di semplici momentanee emozioni lascia poco o nulla. 

La sera di giovedì del 31 agosto al Festival di Venezia, dopo la proiezione, abbiamo assistito a una valanga di recensioni positive. Del film si è sentito dire di tutto: che è un musical, un noir, un b-movie, un horror classico. Si è parlato di capolavoro assoluto. Sabato sera il film, di nuovo nel tripudio, ha vinto il Leone d’ Oro. 
La grande novità sta che un film di puro entertainment, come concepito oggi, vincendo il Leone d’Oro ha avuto l’investitura come film di valore artistico e culturale con il consenso unanime di critica e pubblico. 

Tuttavia, The Shape of water per me è un classico Blockbuster movie, che si lascia guardare come altri migliaia di film di questo tipo. Un tempo forse sarebbe stato fuori concorso. Buona regia, buona sceneggiatura, buona recitazione, buon design d’epoca, buona fotografia, buon sonoro. Ma tutto questo non basta a rendere un film davvero originale.

Ci troviamo di fronte ad una variante aggiornata della Bella (che poi è) e la Bestia. Il mostro ad un certo punto si dimostra molto vicino al patetico ET di spielberghiana memoria. Il governo, che lo sottopone a terribili esperimenti, ha il volto ghignante dell’arrivista di turno, i characters secondari rappresentano in maniera demagogica e buonista le minoranze sociali.

I ritmi del montaggio sono strutturati come un musical anni ‘50, i personaggi si muovono a ritmo di danza, ogni scena potrebbe avere delle coreografie e infatti ci sarà la scena cantata e ballata dalla “bella” e la bestia. Inutile dire dei russi (nel film sovietici) visti sempre come caricature ridicole, la visione americana è tornata ad essere quella degli anni ’50. Per non parlare dell’acqua, altra protagonista del film, che inonda tutto e tutti, a volte solo come semplice effetto spettacolare gratuito.

Immagini: Google

– L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione –

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