La mostra di Marina Baciocchi alla galleria Art GAP propone nelle sue opere una personale interpretazione delle appassionate lettere dal carcere di Antonio Gramsci
ROMA – Inaugura oggi, 11 dicembre, la mostra personale di Marina Baciocchi dal titolo: Tra amore e rivoluzione: lettere dal carcere di Antonio Gramsci.
La mostra è ospitata presso la galleria Art GAP, che ha aperto da poco i nuovi spazi espositivi a due passi da Largo di Torre Argentina. La personale, a cura di Federica Fabrizi, è visitabile fino al 17 dicembre 2021.
Esposti 110 acquerelli che propongono, in un intreccio di linee e colori, la personalissima interpretazione dell’artista delle appassionate lettere dal carcere di Antonio Gramsci.
Testo critico
Scrive Cecilia Spetia nel testo critico: “Il nuovo progetto artistico di Marina Baciocchi, indaga con una personalissima ricerca l’aspetto più profondo e coinvolgente di una parte dell’epistolario Gramsciano, soffermandosi in particolare sul rapporto che legò il politico alla moglie Julca, alla cognata Tatiana e al figlio più grande Delio.
Ogni lettera è come una tessera di un mosaico, ricco di sfumature e di intensa umanità che ci offre uno straordinario autoritratto intellettuale, morale e politico di un uomo in cui la passione politica era passione per la vita e per gli esseri umani.
In quest’ottica i 110 acquerelli della Baciocchi, ci propongono in un intreccio di linee e colori, sua cifra di una lunga ricerca artistica, una personalissima interpretazione delle appassionate lettere dal carcere, in cui i colori ora sfumati, ora decisi ci restituiscono la poesia dei contenuti”.
Le opere di Marina Baciocchi
Continua nel testo critico Cecilia Spetia: “Segno e colore sono da sempre una costante nell’opera della Baciocchi, che in questa particolare occasione riesce a rendere le righe scritte, segni della stessa sostanza del colore, restituendo ad essi quel mosaico di affetti e passioni che ci fanno innamorare del suo autore.
Ogni acquerello costituisce una partitura musicale legata a tutti gli altri armonicamente. La ricerca di una fusione o di una separazione tra colore, segno musicale e scrittura è presente anche nelle opere precedenti come Le parole non dette, Le pagine scritte, Silenzio rosso, e nell’ultimo Una musica silenziosa dove la linea è segno e nel costituirsi scrittura, ribadisce la peculiarità dell’essere umano che nella scrittura esprime la sua identità. Colore e linea trovano nell’artista quell’immagine dimenticata, che risuona del primo sentire umano senza parola, che potrà diventare, poi, per ognuno la ricerca di una vita.”
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