A Venezia si fanno diverse ipotesi sulla vendita di opere di Klimt e Chagall. Ma secondo Franceschini: “potrebbe essere solo una battuta”.
di redazione
VENEZIA – La notizia è di ieri (fonte Ansa) e se si tratta solo di una battuta (speriamo sia così) è comunque di cattivo gusto. Si tratta del commento del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro riguardo alla la possibile vendita, tra gli altri, di due opere, una di Klimt e ‘altra di Chagall. Pur escludendo che sia stata già decisa “la cessione di opere d’arte di pregio”, il primo cittadino della città lagunare ammette che comunque potrebbe accadere. Motivo: “per la salvaguardia della città si potrebbe dover rinunciare a quelle opere d’arti non legate alla storia di Venezia”. Tuttavia, non comprendendo chiaramente cosa potrebbe spingere un Comune a vendere dei beni artistici, legate o no alla storia della città, tutta a vicenda è assurda. Soprattutto se si tratta della città tra le mete turistiche più gettonate d’Italia.
Sarebbe uno scivolone brusco che fa pensare a che livello sia sceso il grado di sensibilità nei confronti del patrimonio artistico e culturale italiano. Per il quale c’è una normativa finalizzata alla tutela e valorizzazione dei beni storici e artistici. Pertanto al commento del sindaco Brugnaro, non poteva che arrivare immediata la risposta (fonte ansa) del ministro Dario Franceschini: “Penso sia solo una battuta o più comprensibilmente una mezza minaccia per chiedere più risorse al Governo”.
Tra i quadri che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha proposto di vendere per risanare i conti della città ci sono ‘La Giuditta II’ di Klimt e ‘Il rabbino di Vitebsk’ di Marc Chagall. Gustav Klimt ha dipinto ‘La Giuditta II’ nel 1909, presentandola a Venezia nello stesso anno. Il quadro venne poi acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna ed è attualmente esposto nella sede di Ca’ Pesaro
© Riproduzione riservata
Comment here