Arte

Visioni dall’Afghanistan: le donne dell’arte contemporanea afghana


La nuova mostra di Fondazione Imago Mundi a Treviso è dedicata all’arte contemporanea afghana che presenta un focus sulle donne di questo tormentato Paese


 

TREVISO – Ieri 25 novembre, Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Fondazione Imago Mundi ha inaugurato Qatra Qatra / Goccia a goccia. Visioni dall’Afghanistan visitabile fino al 9 gennaio 2022.
La mostra allestita alle Gallerie delle Prigioni propone una riflessione sulla complessa storia di questo straordinario Paese attraverso un focus sulle donne, la loro forza e il loro coraggio.

Nella rassegna, curata dall’artista concettuale e ricercatore afghano Amanullah Mojadidi, le protagoniste sono quattro artiste afghane, attiviste per l’emancipazione che hanno fatto della lotta alla discriminazione e della critica alle norme sociali e religiose, la cifra della loro pratica artistica.

Le artiste in mostra – Kubra Khademi

Una delle artiste afghane in mostra, Kubra Khademi è illustratrice, performer, attivista e il giorno dell’inaugurazione si è esibita nella performance Female Crimes, ispirata agli ambienti delle Gallerie delle Prigioni e dalla loro antica funzione di carcere.
Kubra ha realizzato per questa mostra oltre 40 disegni installati dietro gli spioncini delle porte delle celle. Aprendoli i visitatori vedranno rappresentate alcune azioni apparentemente innocue, che diventano per una mentalità tradizionalista e ultraconservatrice, dei reati se compiuti da una donna.

L’artista reinterpreta il concetto di potere, non più esercitato dal re delle fiabe ma da una componente femminile in grado di affascinare quello maschile. Pertanto, sempre secondo una certa tradizione, da temere e da condannare.

Lida Abdul – Hangama Amiri – Rada Akbar

Oltre a Kubra Khademi, sono presenti in mostra le opere della videoartista Lida Abdul che presenta due cortometraggi quali White House (il bianco con cui ogni cosa viene dipinta simboleggia la cancellazione del passato e l’impossibilità di ricostruire ciò che è andato perduto) e In Transit (la carcassa di un aereo da guerra sovietico diventa nel gioco di alcuni bambini un fantastico uccello caduto).
Hangama Amiri attinge invece alla tradizione della tessitura reinterpretandola in chiave contemporanea. I suoi arazzi Mariam Beauty Salon e Journalist parlano di donne che sfidano il tradizionalismo esponendo la propria bellezza invece di nasconderla. E lavorando nella società invece di rimanere silenti.
La quarta artista in mostra Rada Akbar presenta con Invisible Captivity dei ritratti di donne in bianco e nero. Sui loro volti sono impresse delle impronte digitali, a simboleggiare come nella mentalità patriarcale conservatrice del regime la donna sia considerata una proprietà. Quindi idealmente marchiata da chi ne rivendica il possesso.

   Opera di Fatima in mostra

 

Il videomaker Mario Garcia Torres e altre opere

A queste artiste si affianca il videomaker messicano Mario Garcia Torres che ha eletto l’Afghanistan a terra della sua ricerca artistica. Con il suo film Tea, Torres ci conduce in una riflessione nostalgica nella Kabul degli anni Settanta. Porta a visitare il celebre One Hotel, casa – studio e albergo aperto da Alighiero Boetti in quel periodo quando la città era una tappa nell’itinerario tra Est e Ovest percorso dagli hippies.
Accanto a queste opere è esposta “Untitled”, la collezione Imago Mundi dedicata all’Afghanistan. Si tratta di 140 opere in formato 10x12cm, realizzate da artisti che vivono sia nel Paese che all’estero.

Obiettivo della mostra e altri eventi 

Il messaggio finale di questa mostra è dunque che ancora una volta, come spesso è accaduto nella sua storia, l’Afghanistan si dovrà ricostruire, goccia a goccia, passo dopo passo. Ma se recuperare ciò che è perduto è impossibile, è anche imperativo andare avanti e continuare a raccontare la bellezza e denunciare le contraddizioni e le preoccupazioni dell’Afghanistan di oggi.
Un palinsesto di incontri con giornalisti, artisti, curatori, ricercatori e di proiezioni cinematografiche fino 14 dicembre approfondirà i temi della mostra. Ovvero, la condizione delle donne nell’Afghanistan del nuovo regime, la diaspora di artisti e operatori culturali, la libertà di stampa con focus sul fotogiornalismo, la tutela del patrimonio culturale.
Gli appuntamenti saranno in presenza oppure online, l’elenco completo è disponibile al link: fondazioneimagomundi.org

Altri progetti

La fondazione sta proseguendo il suo impegno nella ricerca artistica legata all’Afghanistan. È attualmente in lavorazione la collezione “Stories from the Camp” che raccoglierà le opere di artisti rifugiati in tutto il mondo, che vivono o hanno vissuto in campi profughi. Una sezione speciale sarà dedicata proprio all’Afghanistan.

 

Immagine d’apertura: Hangama Amiri, Journalist


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